Più che segato avrei voluto scrivere “ucciso” ma mi sembrava un termine troppo forte e ho desistito. Scherzi a parte! Lo sapete (se è un po’ che leggete i miei articoli) che negli ultimi anni mi sono interessata di web marketing e nello specifico molto di social marketing. Quando decisi di mettere su questo blog i motivi principali che mi spinsero a farlo erano due. Il primo era farmi conoscere nel mio ambito lavorativo. Mi occupo di comunicazione da 20 anni ma ho sempre lavorato da dipendente e come tutti i dipendenti ideali ero sempre li a trafficare e non avevo tempo di dialogare con il mondo.
Il secondo motivo era che non potevo studiare i social media se non ci mi ci sporcassi le mani.
Sin dall’inizio mi sono resa conto che presidiare i social richiede uno sforzo immane! Questo è bene che si sappia e bene che lo sappia anche l’imprenditore di turno che ci voglia investire.
Il social manager non è uno che passa la giornata a cazzeggiare sui social al posto tuo!
Questo puoi farlo tu nel tuo tempo libero. Ma farlo per business in modo serio è tutta un altra storia. Vanno stabiliti target e obiettivi. Va declinato il messaggio principale sulle specifiche di ogni singolo social cercando di non perdere la coerenza del messaggio stesso. Vanno decisi budget e tempi. Chi fa cosa per esempio. Ma soprattutto vanno monitorati costantemente i risultati raggiunti attraverso delle KPI prestabilite e in base a quelle “ricalibrare” il tutto in un continuo processo circolare.
Se per risorse, tempo e modi non riesci a presidiare in maniera performante un canale social e meglio abbandonarlo!
Mi metto sempre nei panni del potenziale utente che può entrare in contatto con il tuo brand. Cosa comunica (pur non comunicando) una pagina abbandonata con quattro post in croce e con pochissimi fan? Che forse non hai a cuore la tua azienda che non desideri creare dialogo con i tuoi principali stakeholder che siano clienti o fornitori. Che la tua azienda sia sull’orlo del fallimento oppure che ti stai crogiolando sugli allori!
Meglio presidiare bene pochi social e abbandonare tutti gli altri. Scegliendo una canale al discapito di un altro secondo le specifiche della propria attività. Ma sopratutto presidiare i social dove sono presenti i tuoi potenziali stakeholder. Punto
In virtù di queste mie considerazioni ho deciso fin dall’inizio di non essere presente su Youtube. Produrre video originali e magari anche con l’intento di essere virali non è uno scherzo. Bisogna scrivere uno storyboard, avere l’attrezzatura necessaria e i giusti software. Ho sempre odiato pubblicare contenuti che non siano di qualità. Spazzatura digitale come la chiamo io. Poi quanti video avrei pubblicato in un anno? 1 o forse 2! No meglio di no.
Youtube “segato”
Oggi ho deciso anche di disattivare i social GOOGLE PLUS e TWITTER.
Google plus è nato per circa nel 2011 per opporre concorrenza al nuovo colosso Facebook. Google ci ha investito veramente tanto ma in realtà questo social non e mai veramente decollato. Una leggenda messa in giro da un bravissimo SEO diceva che presidiare quel canale ti portava ad avere per il tuo blog un’indicizzazione migliore e sicuramente sara cosi. Ma visto i risultati di engagement ottenuti fino adesso con il mio profilo ho preferito lasciar perdere.
Twitter è un social molto di nicchia. È molto utilizzato per l’attività di microblogging in campo editoriale e dai media vecchia maniera. Io per esempio, amo seguire in contemporanea alla diretta Tv, tutti gli approfondimenti proposti. Ma non credo che sia un canale presidiato dai miei stakeholder.
Ho deciso di “abitare” solo i social dove i contenuti sono molto “visual” (nell’ultimo periodo a dispetto di Facebook, Instagram mi sta regalando parecchie soddisfazioni :), e quelli più in voga per il mio settore lavorativo quale per esempio Behance (e il social dell’Adobe) anche se li, per il momento ho pubblicato solo vecchi lavori (per questioni contrattuali non posso pubblicare i lavori eseguiti per conto terzi).
La parola d’ordine e ottimizzare per massimizzare i risultati!
Ultima news!!!!
Dopo una settimana dalla pubblicazione di questo articolo è uscita la notizia che Google+ sarebbe stato chiuso!
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